Hai domande? info@laverdevia.it   +39 345 414 6026   +39 345 414 6026
Youtube Facebook

L’Alleanza per le Smart Land

Comune di
Acquaviva delle Fonti
Comune di
Irsina
Comune di
Mola di Bari
Comune di
Poggiorsini
Comune di
Rutigliano

L’alleanza per il territorio rurale nell’ambito l’agenda ONU 2030 sulla sostenibilità: il caso della Puglia e della Basilicata.

L’alleanza è nata poiché alcuni enti scientifici, municipalità e associazioni operanti sui territori rurali (enti fondatori) considerano di massima urgenza identificare una via di uscita dalla situazione di declino economico, culturale e demografico che, se non verrà arrestata, comporterà nel prossimo futuro il loro completo abbandono. Dopo la pandemia di COVID-19, anche le città sono pronte a ripensare allo stile di vita urbano e spostarsi nei territori rurali vicini.

L’’alleanza ritiene importante un’azione collettiva di identificazione e divulgazione dei punti di forza e di debolezza delle arre rurali. Questo sforzo è necessario per innescare una rinascita economica, culturale e demografica del territorio.

Questo primo passo è la condizione necessaria per l’ideazione di una strategia di rinascita dei territori e la conseguente attuazione di piani operativi ovverosia di quell’insieme di azioni concrete, correlate tra loro e nel tempo e attribuibili con chiarezza a ciascun attore dell’alleanza.

Punti di forza e di debolezza dell’area.

Durante gli incontri preparatori alla definizione dell’alleanza gli enti fondatori hanno unanimemente riconosciuto che i principi dell’agenda ONU 2030 sulla sostenibilità, possono giocare un ruolo fondamentale a favore delle aree rurali.

Gli enti fondatori considerano punti di forza dei territori rurali:

  • le risorse naturali (principalmente il terreno, l’acqua, l’aria) e il paesaggio,
  • l’economia legata all’attività agricola e zootecnica e le filiere di trasformazione,
  • la peculiare struttura urbanistica dei centri rurali,
  • il rapporto dei borghi con il territorio agricolo e con gli altri centri rurali circostanti,
  • la cittadinanza e la cultura che la stessa esprime,
  • e tutti gli asset materiali e immateriali che caratterizzano il territorio.

D’altro canto, vengono considerati punti di debolezza:

  • lo spopolamento –  se il declino demografico non verrà fermato il territorio sarà destinato, nel prossimo futuro al totale abbandono;
  • l’invecchiamento collegato all’emigrazione delle generazioni più giovani ed istruite verso le regioni del nord Italia o verso altri paesi europei alla ricerca di opportunità di lavoro;
  • crisi ambientale – l’adozione di una agricoltura intensiva ha generato rischi di erosione del territorio, di sovra- sfruttamento delle acque e di inquinamento delle risorse naturali
  • mancanza di accesso al mercato – la difficoltà di accesso per commercializzare I prodotti della catena auricola locale è la maggiore sfida a cui fanno fronte gli imprenditori;
  • la mancanza di aggiornamento dei sistemi di trasporto locali – l’inefficienza del sistema di trasporto pubblico rallenta ogni sforzo di rinascita del territorio.

Sulla base di queste considerazioni è nata l’idea di applicare i concetti espressi nei 17 obiettivi dell’agenda 2030 a tutti i punti di forza delle aree rurali sopraenunciati e non solo alle attività economiche fondamentali.

Gli enti fondatori si sono spinti fino alla ideazione di una visione originale di quello che potrebbe essere un nuovo modello per la cittadinanza insediata nei territori rurali che opera adottando tecniche, tecnologie, metodologie e strumenti di comunicazione evoluti in termini scientifici, informatici, organizzativi e culturali nel rispetto delle identità delle singole cittadine insediate nei territori.

È pertanto di loro intenzione adottare un approccio multidisciplinare al processo di reinvenzione e rinascita dei territori.

Oggi, nel momento della pandemia mondiale causata dal virus Covid-19, questo progetto trova una nuova ragione alla sua realizzazione e sviluppo.

Lo sforzo per arrestare la diffusione del virus e la distruzione delle economie richiede uno stringente controllo dell’individuo con la conseguente erosione dei suoi diritti fondamentali.

Tale inevitabile sforzo è strettamente collegato al modo con cui la pandemia si diffonde (attraverso il contatto tra le persone) e al fatto che la nostra società per funzionare, fino ad oggi, ha dovuto contare sulla capacità dei singoli individui di cooperare tra loro.

La cooperazione fra gli individui è stata veicolata e favorita dal contatto fisico, cosa che ha dato impulso alla creazione dei grandi centri urbani in cui centinaia di migliaia e in alcuni casi milioni di persone si trovano a convivere in spazi relativamente ristretti.

L’attuale condizione ci spinge a immaginare che l’insediamento della popolazione in piccoli centri distribuiti sul territorio e relativamente autonomi ma fortemente interconnessi possa rappresentare un modello alternativo di società.

Tale modello potrebbe non solo facilitare il conseguimento degli obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile ma potrebbe rendere più agevole il controllo delle pandemie riducendo la necessità dell’adozione di controlli stringenti sul singolo individuo e il rischio di violarne i suoi diritti.

Questa progetto ha lo scopo di imprentare questo modello.

Enti coinvolti nell’alleanza.

  • Cattedra Unesco dell’Università degli Studi della Basilicata;
  • Centro di Eccellenza di Ateneo per la Sostenibilità dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro;
  • Associazione LAVERDEVIA, (associazione senza fini di lucro) con sede in Gravina in Puglia con sede in Gravina In Puglia (BA);
  • Associazione dei Comuni Cuore della Puglia, (associazione senza fini di lucro) con sede in Acquaviva delle Fonti;
  • Centro Scientifico Italiano dei Fertilizzanti (associazione senza fini di lucro), con sede in Bari c/o CREA;
  • Associazione ABAP – A.P.S. (Associazione di promozione sociale) con sede in Bari;
  • LEGACOOP Puglia con sede in Bari;
  • Comune di Acquaviva (BA), con sede in Acquaviva delle Fonti;
  • Comune di Poggiorsini (BA);
  • Comune di Irsina (MT);
  • Comune di Mola di Bari (BA);
  • Comune di Rutigliano con sede a Rutigliano (BA);

Struttura dell’alleanza.

L’alleanza prevede che ogni ente partecipante ricopra uno specifico ruolo e più precisamente:

  • gli enti scientifici quali il Centro di Eccellenza di Ateneo per la Sostenibilità dell’Università di Bari , la Cattedra Unesco dell’Università degli Studi della Basilicata, LEGACOOP Puglia, Il CIEC (Centro Scientifico Italiano dei Fertilizzanti) e l’ABAP – A.P.S. metteranno a disposizione le proprie strutture, le proprie competenze e professionalità nonché, la documentazione e le banche dati necessarie per lo svolgimento delle attività previste dal progetto;
  • L’associazione LAVERDEVIA metterà a disposizione le proprie competenze e professionalità per la gestione del progetto;
  • i Comuni di Acquaviva delle Fonti (BA), Irsina (MT), Mola di Bari (BA), Poggiorsini (BA), Rutigliano (BA) e l’associazione “Cuore della Puglia” metteranno a disposizione le proprie strutture per lo svolgimento delle attività previste dal progetto e individueranno, per ogni comune, un luogo di particolare importanza da un punto di vista agricolo, storico o culturale. In tali luoghi saranno ubicati i laboratori, gli incubatori o le sedi di comunità.

Scopo del progetto.

Lo scopo del progetto è di creare una rete interconnessa di laboratori, comunità, luoghi fisici che avranno la missione di:

  • valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale, l’agricoltura, la zootecnia, la gestione delle acque e delle filiere di trasformazione ad esse collegate;
  • sperimentare e sviluppare pratiche agricole, filiere produttive e organizzazione sociali conformi ai principi della sostenibilità così come definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile.

In questo modo verrà proposto e sperimentato un rinnovato modello di società con al fine non solo di arrestare l’esodo demografico ma anche di attrarre nuovi individui e nuove idee e di creare una vera rete di hub della conoscenza “Knowledge Hubs Network”.