Vida’ Sentire il colore: Arte territorio e ambiente
Nella giornata dell’8 marzo presso il Palazzo Lanfranchi di Matera è stata inaugurata la mostra del pittore toscano Davide Vinattieri conosciuto anche come Vida’. Successivamente, il 14 marzo sempre presso il Palazzo Lanfranchi si è tenuta una conferenza a cui hanno partecipato Emanuele Coretti, Patrizia Di Franco, Antonio Conte, Paola Siani, Marianna Calia, Luigi Parentini, Cocco Cornacchia, Valentino Valentini, Silvia Dell’Orco, Vincenzo Coppa.
Ho avuto modo di conoscere Vida’, il suo percorso artistico e il pensiero che ispira la sua ricerca visiva e sensoriale attraverso la sua pittura sperimentale utilizzando pigmenti estratti dal suolo e dalle piante locali.
Non sono un critico d’arte, dunque non intendo offrire un’analisi dell’opera di Vida’. Accolgo invece con piacere l’invito a condividere le sensazioni che queste opere suscitano in chi li osserva.
Ciò che ho avvertito con maggiore intensità è stata la risonanza con le convinzioni maturate nel tempo, frequentando i paesaggi dell’Alta Murgia. Da almeno un decennio mi dedico, per quanto il mio tempo libero me lo consenta, alla tutela e alla valorizzazione di questi territori, che fino a poco tempo fa venivano considerati marginali e privi di valore, perché estranei ai canoni estetici della modernità. Una modernità che, per lungo tempo, si è identificata con il distacco dalla terra e dalla natura.
Questo modello superato di progresso continua ancora oggi a essere celebrato attraverso la cementificazione dei territori rurali e la creazione di spazi asettici in cui siamo chiamati a vivere. Ma lo spirito del nostro tempo ci spinge a riconsiderare questo paradigma, suggerendo che la vera modernità risieda nella ricerca di un’armonia con i cicli naturali, con gli ecosistemi e con tutte le forme di vita animali, vegetali e minerali che li abitano.
Proprio per questo, nei dipinti di Vida’ ho riconosciuto una celebrazione profonda del mondo naturale, al quale l’umanità appartiene. Le sue opere mi evocano prati, boschi, steppe. I paesaggi astratti che emergono dalle sue tele mi riportano alla memoria il movimento dei mari, il fluire dei fiumi, la solidità delle montagne. Talvolta, mi danno l’illusione di sorvolare colline e deserti, di perdermi in un orizzonte senza confini.
Sono opere che esaltano la bellezza dei luoghi naturali e delle emozioni che questi suscitano nell’animo umano. E trovo straordinario che i colori siano ottenuti da materiali naturali, in una ricerca che rimanda alla tradizione degli iconografi bizantini. Quegli stessi artisti, che tra Puglia e Lucania sostarono e crearono opere di struggente bellezza, utilizzando polveri finissime di origine minerale e organica, unite alla loro sensibilità.
Come un monaco bizantino, Vida’ esplora il territorio cerca i materiali naturali che utilizzerà per estrarre i pigmenti allo scopo di
esplora la potenza espressiva delle essenze minerali e vegetali del luogo, sperimentando alchimie cromatiche capaci di riportare all’occhio umano suggestioni che solo la natura può trasmettere, restituendoci il senso più autentico del nostro essere.
